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Il perchè di questo blog
Navigando su Internet, nell'era dei Social Network, mi sono imbattuto più e più volte in una citazione di una frase famosa o di un aforisma. Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro: da questa domanda, nasce questo blog.

giovedì 12 febbraio 2015

Vada a bordo cazzo!

Era la sera del 13 Gennaio 2012, e la Costa Concordia, una delle più importanti navi crociera della compagnia genovese, solcava i mari antistanti l'Isola del Giglio.

Una "consuetudine" strana, quella dell'inchino, fatta tante volte e vista tante volte anche da me, qui, nel mare di fronte casa mia. Quella sera, però, qualcosa andò storto. Alle 21:45:05, la Costa Concordia si incaglia sul fondale dopo essersi trovata un lato squarciato dall'urto contro degli scogli non emersi, e comincia ad adagiarsi lateralmente, dopo aver cominciato a riempirsi d'acqua dal compartimento 4 all'8 e dopo che motori e generatori secondari smettono di funzionare, gettando la nave in un completo black-out, ed i passeggeri nel più totale terrore.

Seguiranno minuti di indicibile caos. È in questo marasma che la Capitaneria di Porto di Livorno si mette in contatto con la Concordia, dopo 27 minuti dall'urto ed avvisata da un parente di un passeggero (che riferiva di cedimento del soffitto del ristorante ed ordine d'indossare i giubbotti salvagente) per tramite dei Carabinieri di Prato. Sono le 22:12, ma è solo alle 22:25 che Schettino riferisce della falla e dell'allagamento alla Capitaneria di Livorno, chiedendo l'invio di rimorchiatori (richiesta poi reiterata alle 22.40, parlando di necessità urgente di rimorchiatori) e sostenendo che tutti i passeggeri avessero indossato i giubbotti salvagente (mentre in realtà non era ancora stata data l'emergenza né date istruzioni in tale senso o fatto alcun controllo).

Siamo alla catastrofe. Ed è qui che prende il comando il Capitano di Fregata Gregorio De Falco, il quale già alle 22:28 ha disposto il dirottamento sul posto di tutte le navi presenti in zona, intimando, all'1.46 del 14 Gennaio, il famoso "vada a bordo cazzo!" ad uno Schettino che se la stava dando a gambe.

Una dettagliata cronaca è disponibile su Wikipedia.

Ci saranno 32 morti, seguiti da una 33a vittima l'1 Febbraio 2014, durante i lavori sul relitto, quando perse la vita anche un sommozzatore del team di recupero e rimozione.


Commento personale

Il caso divenne famoso e percorse tutto il globo. Si trovarono di fronte l'eroe comune Gregorio De Falco ed il pusillanime Francesco Schettino, personaggio che avremmo fatto volentieri a meno di far uscire da uno dei film macchiettistici di Alberto Sordi. Come andò a finire la storia? Schettino, seppur indagato ed in attesa di giudizio, viene addirittura chiamato in cattedra accademica ad erudire gli astanti sulla «gestione del controllo del panico». De Falco, invece, viene rimosso dal servizio operativo e assegnato a mansioni amministrative. Come disse Zagrebelsky e riprese De Falco stesso, è "l'eterogenesi dei sì": camminiamo nella stessa direzione, ma ciascuno ha finalità differenti. Se questa è l'Italia...

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