Intro

Il perchè di questo blog
Navigando su Internet, nell'era dei Social Network, mi sono imbattuto più e più volte in una citazione di una frase famosa o di un aforisma. Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro: da questa domanda, nasce questo blog.

giovedì 19 febbraio 2015

Tutti facevano cioccolato solido, io lo feci cremoso ed è nata la Nutella.

L'aforisma di oggi lo dedico a Michele Ferrero (Dogliani, 26 Aprile 1925 – Montecarlo, 14 Febbraio 2015).
Con lui, se ne va un pezzo della nostra vita, con la Nutella che ha accompagnato (ed accompagnerà ancora, speriamo tutti) le colazioni e le merende di almeno un paio di generazioni, e non solo in Italia.

Suo padre inventò quella crema alla nocciola che poi Michele chiamerà "Nutella".
A proposito delle prime volte in cui provò a commercializzare il prodotto, l'imprenditore italiano amava narrare:
«La prima volta che entrai in una panetteria-pasticceria per vendere la crema alle nocciole che faceva mio padre, il negoziante mi chiese brusco: "Cosa vuole?". Non ebbi il coraggio di offrirgli il prodotto. Comprai due biove di pane e uscii. Andò così in altri due negozi. Nel quarto lasciai la merce in conto vendita. Tornai il giorno dopo: l'avevano venduta tutta».

Ho faticato ad effettuare una cernita fra le affermazioni di questo uomo rimasto semplice e che amava il proprio lavoro, la propria azienda, ma soprattutto i propri dipendenti. É per questo che ho deciso di riportare tutte le riflessioni famose di Michele Ferrero. Leggetele: vi troverete racchiuse davvero l'essenza dell'essere umano.

E a te, Michele, che amavi il tuo dialetto del tuo profondo Nord, permettimi di scriverti un augurio in un dialetto del mio profondo Sud: "a bon locu và".

La mia unica preoccupazione è che l'azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro.

Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente.

Tutti facevano cioccolato solido, io lo feci cremoso ed è nata la Nutella.

Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani.

Tutto quello che ho fatto lo devo alla Madonna, a Maria, mi sono sempre messo nelle sue mani e lei devo ringraziare. La prego ogni mattina e questo mi dà una grande forza.

Lavoro per le Valerie, le donne che decidono. Se non ti comprano loro sei finito.

La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno.

La Valeria è sacra, devi studiarla a fondo, con attenzione e non improvvisare mai. Bisogna avere fiuto ma anche fare tante ricerche motivazionali.

Quando dicono “Michele è un genio”, rispondo facendo finta di aver capito altro: “Sì è vero di secondo nome faccio Eugenio, la mia mamma mi chiamò Michele Eugenio.

Pensi che ancora oggi noi ritiriamo tutto il nostro prodotto di cioccolato all’inizio dell’estate, per evitare che si sciolga, per evitare che la Valeria resti delusa e trovi qualcosa che non è all’altezza.

L’Estathè per dieci anni non è esploso, ma io non mi sono scoraggiato, perché ero convinto che ci voleva tempo ma che l’intuizione era giusta e che la Valeria non sapeva ancora che era quello di cui aveva bisogno. Ma poi se ne è resa conto ed è stato un grande successo.

Nessun commento:

Posta un commento