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Il perchè di questo blog
Navigando su Internet, nell'era dei Social Network, mi sono imbattuto più e più volte in una citazione di una frase famosa o di un aforisma. Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro: da questa domanda, nasce questo blog.

venerdì 20 febbraio 2015

Quella notte seppi che il mondo era votato alla sofferenza

È di Leó Szilárd (Budapest, 11 Febbraio 1898 – La Jolla, 30 Maggio 1964) la citazione di oggi.

Fisico, inventore e scrittore ungherese naturalizzato statunitense, scappò dalla sua patria natìa per sfuggire al regime nazista, essendo nato da famiglia ebraica.
A Budapest, durante il weekend del 1° aprile 1933, Julius Streicher capeggiò un boicottaggio nazionale delle imprese ebraiche e gli ebrei furono picchiati per strada. Come ebbe a narrare lo stesso Szilárd: «Presi un treno da Berlino a Vienna in una data vicina a quel 1° aprile. Era vuoto. Il giorno dopo quello stesso treno era sovraffollato; venne fermato alla frontiera, la gente dovette scendere e ognuno fu interrogato dai nazisti. E tanto basta per dimostrare che se si vuole riuscire in questo mondo non bisogna essere molto più intelligenti degli altri; bisogna solo essere in anticipo di un giorno».

Lui lo fu, in anticipo. Fu anche un ottimo inventore. Ad esempio, in coppia con Albert Einstein, escogitò un metodo elettromagnetico di pompaggio per un refrigerante metallizzato che non richiedesse parti mobili (e quindi valvole che potessero perdere), a parte il refrigerante stesso. Questo dopo che i due ebbero letto un triste articolo «di un giornale di Berlino - come ebbe a narrare un allievo statunitense di Szilárd - in cui si riferiva che un'intera famiglia, con diversi figli piccoli, era stata trovata asfissiata nel proprio appartamento per avere respirato le esalazioni tossiche della sostanza usata come refrigerante nel suo primitivo frigorifero, esalazioni sfuggite da una valvola della pompa che perdeva».

La frase celebre è relativa al primo esperimento sulla fissione nucleare, operata in un piccolo reattore da laboratorio costruito da Enrico Fermi. Sì, perchè il fisico Szilárd, rifugiatosi negli Stati Uniti, fu uno degli scienziati di punta del cosiddetto "Progetto Manatthan", che notoriamente porterà alla costruzione della bomba atomica.

Dopo quell'esperimento pienamente riuscito, al lampo verde di un semaforo incrociato mentre passeggiava per tornare a casa, a Szilárd si spalancò innanzi il futuro. Come egli stesso ebbe a dire a proposito: «we turned the switch, we saw the flashes, we watched them for about ten minutes — and then we switched everything off and went home. That night I knew the world was headed for sorrow...».



Commento personale

Intelligenza sopraffina, quella di Szilárd. Triste epoca, quella in cui si trovò ad operare.
E dire che, come diceva di lui il biologo francese Jacques Monod, «la sua ambizione più profonda, ancora più radicata dell'impegno scientifico, era quella di salvare, in un modo o nell'altro, il mondo».

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