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Il perchè di questo blog
Navigando su Internet, nell'era dei Social Network, mi sono imbattuto più e più volte in una citazione di una frase famosa o di un aforisma. Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro: da questa domanda, nasce questo blog.

sabato 18 luglio 2015

Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo

L'aforisma di oggi è attribuito ad Oscar Wilde, scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese. In realtà, la versione originaria è: "Ci sono due grandi tragedie nella vita. La prima è desiderare ciò che non si può avere...la seconda è ottenerla".

Ripreso dallo scrittore e sceneggiatore statunitense Stephen King nella forma "Attento a cosa chiedi quando preghi perché potresti ottenerlo" nonchè citato nel film "Il corvo" (d'altra parte, si badi bene, è un modo di dire frequentemente usato negli USA), l'aforisma ha, nell'immaginario comune, un duplice significato.

Per un verso, esso può descrivere il desiderio del raggiungimento di una meta difficilmente perseguibile, permettendo la coesistenza della continua tensione del miglioramento di se stessi con il fascino della sfida perenne con se stessi. Accade così che non sia tanto soddisfacente il raggiungimento dei propri desiderata quanto lo è il cosiddetto "percorso" che conduce ad essi. La visione che ne discende è quella di una creatura, quella umana, sempre tesa alla positiva perfettibilità di se stessa.

L'altra faccia della medaglia è, forse, quella cui Wilde faceva riferimento. È proprio questa imperfezione ontologica dell'uomo che lo rende incontentabile, facendolo vivere nella continua e mai saziabile ricerca dell'emozione che nasce dall'attesa che si verifichi ciò che desidera. Una volta che essa termina, già ci si rivolge altrove, ad un altro obiettivo, ad una nuova attesa... l'oggetto del desiderio coronato non è riuscito a colmare quella infelicità interiore dettata da uno stato di imperfezione in nuce, un'assenza spirituale piuttosto che materiale.

Il duplice senso connesso all'aforisma è, quindi, dovuto a questa peculiare caratteristica dell'essere umano che lo rende simile ad un Giano bifronte: se da un lato esso è un essere proteso alla perfettibilità, di converso ha piena coscienza di non poter mai raggiungere, in essenza e con le sole proprie forze, la perfezione desiderata.

Bene tratta Epicuro questa bifrontalità dell'essere umano, quando nel III secolo a.C. scriveva: "Per ogni desiderio ci si deve porre questa domanda: che cosa accadrà se il desiderio sarà esaudito, e che cosa se non lo sarà?"


Commento personale

Nell'era tecnologica dei social network, permettetemi di calare pragmaticamente l'aforisma in una fattispecie letteraria: quella della vicenda della tinteggiatura dello steccato narrata da Mark Twain ne "Le Avventure di Tom Sawyer". Da essa, dal comportamento di Tom e del bambino canzonante, possiamo verificare come sia sempre più invalso l'uso di desiderare a priori ciò che non si conosce, per verificare a posteriori quanto dannoso possa essere l'ottenimento di ciò che si desidera.

1 commento:

  1. Io la vedo così :facciamo attenzione ad esprimere un desiderio. Ciò che potremmo ottenere tenere nn risponde esttamente al desiderio espresso. Un esempio? Anni fa ho manifestato il piacere di farmi il pane in casa e il desiderio di poterlo fare sempre. Qualche mese più tardi ho manifestato allergia al glutine:ho DOVUTO imparare a farmi il pane in casa.... E il pane senza glutine non è quel granché...

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