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Il perchè di questo blog
Navigando su Internet, nell'era dei Social Network, mi sono imbattuto più e più volte in una citazione di una frase famosa o di un aforisma. Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro: da questa domanda, nasce questo blog.

mercoledì 18 marzo 2015

L’ultimo passo della ragione è riconoscere che c’è un’infinità di cose che la superano

Ancora una volta, un aforisma di Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662). Stavolta, la "colpa" di questo mio scritto è da attribuire ad un mio compaesano, il Prof. Giuseppe (detto Pino) Barbàra, che include la frase famosa di oggi in un articolo del suo blog, oltre che in un post sul suo profilo Facebook.

Un articolo molto interessante, quello del Prof. Barbàra, di cui ne consiglio davvero la lettura.

Ma ritorniamo al nostro buon Pascal, di cui già avevamo commentato l'aforisma "Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce". L'aforisma di oggi insiste nel solco della tesi pascaliana delle "ragioni del cuore", innestata sulla dottrina agostiniana che riporta la verità all’interno dell'anima umana, in interiore nomine - in questo senso la "reminiscenza" platonica si sarebbe “interiorizzata” -, valorizzando il ruolo dell'intuizione ed addirittura prefigurando, con il suo "Se mi inganno, sono" [De civ. Dei, XI, 26], l'argomento del cogito cartesiano.

Con le parole di oggi di Pascal, è chiaro come il filosofo francese indichi che il Credere non sottintenda la rinuncia alla ragione. L'ammissione "agostiniana" di incapacità di comprendere "il tutto", che Pascal fa evidentemente sua, non corrisponde però ad una totale rinuncia, bensì alla presa di coscienza della continua ed incessante necessità di cercare e ricercare per "scoprire", "svelare", comprendere la Verità sull'uomo e su Dio!

Questo atteggiamento di umiltà ed al tempo stesso di insaziabilità di conoscenza è, secondo Pascal, la condizione positiva sia per la ricerca fisico-scientifica che per quella filosofica e teologica. Ecco che, quindi, la Fede dà il giusto indirizzo alla ragione, mentre la ragione consolida la fede permettendo di traslare da sentimento a presa di coscienza e libero assenso alla rivelazione, la quale però rimane pur sempre non pienamente comprensibile in quanto l’Eterno, il Totalmente Altro, trascende il nostro stesso essere limitato (nel tempo, nello spazio, nell'intelletto).

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